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Eri una bambina quando hai sentito pronunciare per la prima volta la parola animalier? Da allora l’hai sempre associata al vistoso mantello di un noto manga giapponese? Sei una fan sfegatata (della stampa si intende)? Se oggi gli imput dalle passerelle sembrano troppi e rischiano di confonderti, non preoccuparti! Ti aiuteremo a scegliere i capi più adatti alle tue esigenze urban-jungle
In principio era lo zoote e poi la giacca donna leopardata divenne un must
Per capire meglio cosa si nasconde dietro a quello che va considerato più un mode de vie che una mera stampa è però bene partire dalle origini. Nell’antica Grecia, tutto l’animalier è conosciuto come zoote: leopardato, zebrato, tigrato, pitonato. È nuovamente presente nell’iconografia rinascimentale, legato principalmente all’esoterico, quando, verosimilmente, si inizia a studiare il paganesimo antico e la civiltà egizia (nella quale il leopardo rappresenta un vincolo con l’aldilà). Negli anni ‘40 del XX secolo, pin-up vestite con succinti beach-wear animalier incarnano l’ideale della donna prosperosa. Immagine speculare di icone bombshell, viene sdoganata da Christian Dior nel 1947. Il vero exploit avviene infine negli anni ‘70. La stampa è rivisitata in chiave glam-rock: jumpsuit maculate, maglieria e lingerie zebrata, corsetti e bustini pitonati.
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